Wild eyed boy from a freecloud (Memories from the Balkans 2006)

Wednesday, May 17, 2006

16.05.06 Prima notte a Pristina



I Hear a New World di Joe Meek & the Blue Men sottofondo musicale, una colonna sonora composta per qualche serie televisiva fantascientifica americana della fine degli anni Cinquanta, mi introduce in questa prima serata Kosovara.

Abbiamo passato la frontiera con la Macedonia in taxi verso le otto stasera. Le polizia kosovara e le forze dell’UNMIK (United Nations Mission in Kosovo) ci hanno accolto senza particolari problemi, ora ho un timbro delle Nazioni Unite sul Passaporto. Prima indicazione dell’anomalia territoriale in cui questo posto rappresenta. Non siamo in uno Stato, protettorato internazionale, negoziati in corso. Tutto potrebbe succedere da qui alla fine dell’anno.

Tornando alla frontiera. Gloria è insofferente per il finestrino posteriore del Taxi bloccato, Zeynep è stanca. Continuano a parlare di lavoro. Io mi astraggo nel paesaggio kosovaro che mi accoglie con un panorama di montagne abbastanza mozzafiato alla luce del tramonto e ripenso al momento di passare la frontiera. L’istante del check-point che mi ricorda altre situazioni. La Trasnistria, finto stato che però esiste davvero all’interno della Moldavia. Il check-point fuori Ramallah, ben altra situazione. Qui c’è un autobus di ragazzi che sembrano in gita scolastica, sono tutti scesi per poter passare il controllo passaporti. Ma che ci fa un autobus in gita scolastica in Kosovo? Grande quesito irrisolto di questa strada in cui si incrociano camion della Kfor e auto di grossa cilindrata. Sprazzi di città kosovare. Un campo di calcetto coperto. Incredibile non avrei mai pensato che i primi kosovari che avrei visto sarebbero stati dal finestrino dell’auto dei ragazzi che giocavano a calcetto, così come si vedono da treno verso la stazione di Brusciano sulla vesuviana, quando torno a casa da Napoli.

Pristina.
Colpo d’occhio della città by night. Sull’altopiano si scorgono le luci. È sempre impressionante vedere tante luci dopo tanto buio. Case disordinatamente poste l’una accanto all’altra. Ma in realtà io troppo stanco per poter veramente avere una prima impressione del luogo. Poi macchine. Gente per strada. Insomma una città “normale”. Bar e caffé. Si paga in euro. Rispetto alla Macedonia tutto è abbastanza caro. Prima impressione è che il tutto è drogato dalla presenza internazionale. Magari questo è uno spunto per una ricerca.

Si esplora. Domani si comincerà a capire qualcosa in più sulla missione ma forse questo al momento non è così fondamentale. La cosa più importante in questo momento è andare a dormire con un senso misto di insicurezza, timore, al tempo stesso eccitazione per l’incognita di quanto farò e di chi incontrerò. Confusione per l’inaugurazione di un periodo ancora indefinito. Non saprei dire se questa sensazione è bella o brutta. Tutte e due cose messe insieme, Sicuramente.

A domani

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