Wild eyed boy from a freecloud (Memories from the Balkans 2006)

Thursday, July 20, 2006

Cronaca kafkiana (evitare di fittare una macchina in Kosovo)

Al confine tra il Montenegro e il Kosovo c’è un tratto di terra di nessuno che si stende per chilometri e chilometri. La strada è deserta e non c’è niente a parte la montagna e gli alberi. Arriviamo li verso le dieci e cominciamo la discesa verso le luci di Pec/Peya. Ma il ritorno non è così liscio come l’andata. Una serie di ostacoli ci renderanno la vita difficile nei prossimi due giorni. Entrando nei meandri della burocrazia e del sistema di sicurezza di questo non-stato che è il Kosovo.

a) il giorno è duro a morire (come sopravvivere alla fila alla frontiera di domenica sera)

Lla fila è lunga la macchina la spengo. Bivacchi di famiglie tedesche che non si capisce che cosa vengono a fare in kosovo. Autobus di Albanesi che tornano dal Montenegro un po’ più abbronzati di prima. Macchine dell’Unione Europea che in barba alla fila passano lisce come l’olio e i soliti furbi che superano senza guardare a destra e a sinistra. Coda chilometrica. Ragazzi albanesi con le bibite passano per rinfrescare i poveri malcapitati. Anche noi ci adeguiamo e bivacchiamo. BBC Radio ci parla dell’evacuazione dei civili britannici da Beirut sotto le bombe. Il pensiero corre agli amici lontani laggiù e anche a questa terra, alle bombe, alla guerra. Penso ai confini attraversati a piedi dalle famiglie in fuga dal Kosovo in fiamme nel 1999. e noi invece tranquilli come se fosse l’ingorgo di una qualsiasi autostrada al ritorno dal mare. Surreale. Alla fine mi stendo e faccio un pisolino avanzando di tanto in tanto di pochi metri senza nemmeno accendere il motore (stiamo in discesa).

b) Una lacrima sul Visto

Benvenuti in Kosovo. Ah lei lavora per la Banca Botorore (Banca Mondiale). Non ha l’ID Card… oh oh… Problemi in vista. Si prendono il passaporto e mi vogliono far pagare un visto d’ingresso. Cosa che non mi era ancora capitata quando sono entrato in Kosovo. Ci si ferma. Sbaglio ufficio. Era quello dell’assicurazione della macchina che voleva spillarmi altri soldi, ma fortunatamente me ne sono accorto in tempo da fargli capire che la mia auto era immatricolata in kosovo. Trovo il tipo dei “visti”. Faccio un po’ di casino. Mi fa il timbro e il foglietto senza problemi. Dopo tre ore circa eccoci di nuovo sulla strada.

c) Le Guardie

Andavo a Ottanta all’ora per tornare a casa. Velocità ammessa sulle strade extraurbane in kosovo. Troppo tardi. Ah ero in zona quasi urbana. Mi fermano. Si prendono il libretto della macchina e mi fanno 35 euro di multa. Incredibile e Pazzesco. Per evitare la corruzione dei poliziotti locali non si può pagare la multa a loro ne tantomeno alla centrale della polizia ma solo a qualsiasi banca. Ma la fregatura è che ti ritirano il libretto e devi recuperarlo laddove te lo hanno preso. Cioè nel mio caso a Peya/Pec. Una bella rogna. Sono le due di notte. Non ce la si fa più. La polizia ci ferma ancora un’altra volta prima di Pristina. Benvenuti in Kosovo.

d) I guai nascono all’alba

Incredibile. La macchina affittata è rotta. Non solo devo andare a prendere il libretto ma devo risolvere la questione del danno (di cui non sono responsabile) con l’energumeno del rental car. E qui le cose si fanno sempre più surreali. Dovreste vedere la scena. Io che arrivo dal rental car con Pietro, il Poliziotto dell’UN Ligure vestito in uniforme. Io non parlo. Lascio fare tutto a lui. Dopo un’oretta di discussione cercando di risolvere la cosa in maniera amichevole si chiama la Polizia. Sempre più Kafkianamente l’agente arriva esamina il paraurti ammaccato (si perché si sta parlando di un paraurti ammaccato) e dice che non può decidere. Chiama il suo sergente. Che arriva dopo un’altra ora. Dopo un’altra ora andiamo a fare il rapporto alla centrale. Altra ora di attesa. Poi arrivano i monitorin dell’ONU (perché qui la polizia non è ancora completamente indipendente). In tutto questo Pietro monta uno semi-show col padrone del rental car. Lui è tranquillo perché tanto il tutto si risolve in una bolla di sapone. Gli agenti dell’UN dicono che la cosa non è loro competenza e che se il tipo è veramente incazzato per il paraurti può fare causa privata.

e) Epilogo (qualche consiglio ai voyageurs)

Non fitttate una macchina con una targa kosovara per andare in Montenegro.

Non andate a più di 50 all’ora sulle strade del Kosovo in vicinanza di un centro urbano.

Il Kosovo è quasi uno stato di Polizia. La percentuale è sproporzionata rispetto al numero di abitanti e alla taglia del territorio.

Se lavorate in Kosovo recuperate una ID dell’UNMIK che vi rende la vita molto più facile.

Fidarsi è bene, non fidarsi è meglio!


The Strategic Goal that Defines the Kosovo Police Service Transition is the establishment, development, and deployment of a professionally trained, fully equipped, adequately staffed, sustainable, and effectively functioning local police force capable of maintaining the security and public order in Kosovo, while adhering to the tenants of democratic policing.
"Dal sito della KPS"





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